Ulisse di Umberto Saba

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Ulisse

Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d'onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d'alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l'alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l'insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.


(Umberto Saba, Mediterranee)

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Versi di grandi poeti

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In questa sezione del nostro sito gli Amanti del Mare possono immergersi in un mare di poesie italiane e straniere, con il loro carico di sensazioni ed emozioni, pura lirica dedicata al mare da condividere. Perché nella poesia la realtà e il sogno prendono forma e vita: la poesia è voce dell’animo e dell'universo, è canto, percezione del particolare, del personale, dello sconosciuto, del misterioso, dell’assoluto.

Barbaro, Vannuccio     

Sogno d’estate

Baudelaire, Pierre Charles    

L'albatro 
L'uomo e il mare

Brel, Jacques     

Conosco delle barche

Byron, George     

Ondeggia, Oceano...

Camus, Albert   

Mediterraneo

Carducci, Giosuè        

San Martino
In riva al mare
Le nozze del mare

Coleridge, Samuel Taylor    

La poesia del mare

D'Annunzio, Gabriele     

L'onda

De Filippo, Eduardo    

O' mare

Dickinson, Emily    

  

C'è una solitudine dello spazio
Fortitudine incarnata 
Il Mare disse
Mare senza riva

Foscolo, Ugo     

A Zacinto

Goethe, Johann Wolfgang     

Il pescatore

Hauge, Håkonson Olav    

Non navighiamo sullo stesso mare

Heine, Heinrich      

Crepuscolo

Hikmet, Nazim     

Fratello mare

Kavafis, Konstantinos Petrou   

Itaca   

Lawrence, Herbert David     

In barca

Leopardi, Giacomo     

L'infinito

Lorca, Garcìa Federico     

Il mare
La ballata dell'acqua di mare

Luzi, Mario   

Il mare
La notte lava la mente 
Natura
Per mare
Sulla riva

Machado, Antonio     

Il mare

Mallarmè, Stephane     

Brezza marina

Mansfield, John     

Febbre del mare

Montale, Eugenio    




 

A vortice s'abbatte
Antico, sono ubriaco dalla voce
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
Dissipa tu se lo vuoi
Giunge a volte, repente
Ho sostato talvolta nelle grotte 
La casa dei doganieri
Maestrale
Noi non sappiamo quale sortiremo
Potessi almeno costringere
Scendendo qualche volta
Portovenere


Morgenstern, Christian    

Mattino sulla spiaggia

Neruda, Pablo    

Barcarola
Il mare
Non badate a me

Pascoli, Giovanni   




Dalla spiaggia
Il naufrago
La baia tranquilla
La sirena
Mare

Pavese, Cesare     

Di salmastro e di terra
Paesaggio VIII

Penna, Sandro     

Com'era l'onda
Il mare è tutto azzurro
Quando tornai al mare di una volta
Se la notte d'estate cede un poco
Sul molo il vento soffia forte

Petrarca, Francesco    

Passa la nave mia colma d'oblio

  
Plath, Sylvia

 


Finisterre

Prevert, Jacques    

Sabbie mobili

Quasimodo, Salvatore    

L'alto veliero
S'ode ancora il mare

Saba, Umberto  


 

Città vecchia
In fondo all'Adriatico selvaggio
In riva al mare
Ulisse

Saramago, José

 

Acqua che all'acqua ritorna...
Oceanografia
Traccio un solco

Sejtanov, Georgi     

Il mare

Terra, Stefano     

Milopotamos

Ungaretti, Giuseppe      

Allegria di naufragi
Finale
I ricordi

Valeri, Diego    

 

Mare-colore
Passaggio
Spiaggia

Verlaine, Paul     

Marina

 






        

Le nozze del mare di Giosuè Carducci

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Le nozze del mare

Quando ritto il doge antico
su l’antico bucentauro
l’anel d’oro dava al mar,
e vedeasi, al fiato amico
de la grande sposa cerula,
il crin bianco svolazzar;

Sorrideva nel pensiero
ne le fronti a’ padri tremuli
de’ forti anni la virtú,
e gittava un guardo altero,
muta, a l’onde, al cielo, a l’isole,
la togata gioventú.

Ma rompea superbo un canto
da l’ignudo petto ed ispido
de gli adusti remator,
ch’oggi vivono soltanto,
Tizian, ne le tue tavole,
ignorati vincitor.

Ei cantavano San Marco,
i Pisan, gli Zeni, i Dandoli,
il maggior de i Morosin;
e pe’ i sen lunati ad arco
lunghi gli echi minacciavano
sino al Bosforo e a l’Eussin.

Ne la patria del Goldoni
dopo il dramma lacrimevole
la commedia oggi si dà:
de i grandi avi i padiglioni
son velari, onde una femmina
il mar d’Adria impalmerà.

Le carezze fien modeste;
consumare il matrimonio
i due sposi non potran:
paraninfa, da Trieste
l’Austria ride; e i venti illirici
l’imeneo fischiando van.

Fate al Lido un po’ di chiasso
e su a bordo un po’ di musica!
le signore hanno a danzar.
ma, per Dio, sonate basso:
qualcheduno a Lissa infracida,
che potrebbesi svegliar.

Bah! qui porgono la mano
vaghe donne, a sprizzi fervidi
lo sciampagna esulta qui.
conte Carlo di Persano,
oggi a festa i bronzi rombano;
non mancate al lieto dí.


(Giosuè Carducci, Giambi ed Epodi)

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La sirena di Giovanni Pascoli

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La sirena

La sera, fra il sussurrìo lento
dell'acqua che succhia la rena,
dal mare nebbioso un lamento
si leva: il tuo canto, o Sirena.

E sembra che salga, che salga,
poi rompa in un gemito grave.
E l'onda sospira tra l'alga,
e passa una larva di nave:

un'ombra di nave che sfuma
nel grigio, ove muore quel grido;
che porta con sé, nella bruma,
dei cuori che tornano al lido:

al lido che fugge, che scese
già nella caligine, via;
che porta via tutto, le chiese
che suonano l'avemaria,

le case che su per la balza
nel grigio traspaiono appena,
e l'ombra del fumo che s'alza
tra forse il brusìo della cena.


(Giovanni Pascoli, Myricae)

 

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La poesia del mare di Samuel Taylor Coleridge

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La poesia del mare

Lieve la brezza, bianca la spuma volava,
mentre la scia ci seguiva:
per primi noi irrompevamo
in quel mare silenzioso.
Cadde la brezza e caddero le vele;
fu triste quanto più non si può dire;
parlavamo solo per levare
il silenzio dal mare.
Tutto in un torrido cielo di rame
un sole di sangue a mezzogiorno
si ergeva a picco sull’albero maestro
non più grande della luna.
Giorno dopo giorno, giorno dopo giorno,
restammo senza un soffio di vento, un movimento;
fermi, come nave dipinta
in un oceano dipinto.


(Samuel Taylor Coleridge)

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